LETTO MATRIMONIALE TAHITI HIGH - ORIZZONTI ITALIA
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ORIZZONTI ITALIA - LETTO MATRIMONIALE TAHITI HIGH CON RETE DOGHE FISSE ERGONOMICHE E TESSUTO BASIC 160 X 200cm

Tahiti High è un letto imbottito e rivestito in tessuto o ecopelle. Il rivestimento è sfoderabile e ha finitura libera. Può essere realizzato scegliendo tra 295 tessuti o 15 ecopelle.

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LETTO MATRIMONIALE TAHITI HIGH - ORIZZONTI ITALIA

ORIZZONTI ITALIA - LETTO MATRIMONIALE TAHITI HIGH CON RETE DOGHE FISSE ERGONOMICHE E TESSUTO BASIC 160 X 200cm

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Tahiti High è un letto imbottito e rivestito in tessuto o ecopelle. Il rivestimento è sfoderabile e ha finitura libera. Può essere realizzato scegliendo tra 295 tessuti o 15 ecopelle. Il giroletto è smontabile per un facile trasporto. Le piastre angolari di sostegno della rete sono regolabili in altezza per posizionare il materasso incassandolo nel giroletto. I piedini sono in legno massello e possono avere finitura abs. 

Rete o piano letto: Tahiti High può ospitare sei diversi tipi di rete: con telaio metallico e doghe fisse;rete con telaio metallico e doghe basculanti e ammortizzate; piano armonico ortopedico in multistrato di pioppo;rete amagnetica con telaio in legno e doghe basculanti e ammortizzate;rete amagnetica a movimento elettrico solo testa; rete amagnetica a movimento elettrico testa/piedi. La rete amagnetica Orizzonti Italia è presidio medico sanitario e la spesa sostenuta per il suo acquisto può essere detratta come spesa sanitaria per un ammontare pari al 19%.

Contenitore o Caveau: L’apertura della rete può essere standard (rete inclinata) oppure doppia (rete inclinata e rete orizzontale) per un facile e veloce rifacimento del letto. La rete avrà sempre telaio metallico con doghe fisse o doghe ammortizzate. ). Il materasso sarà sempre a filo del giroletto e non potrà essere incassato.

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Concepita all’inizio degli anni ’90, Orizzonti non è mai stata e non ha mai voluto essere una scelta puramente estetica.
In un prodotto Orizzonti vi è insita la volontà di fornire un’esperienza appagante. Linee e forme rigorose, pulite, essenziali, quasi a voler ricreare l’archetipo del letto. Filati selezionati che si intrecciano in trame e colori per dar corpo alla nostra personalità. Materiali frutto di scelte ispirate dalla scienza, dalla medicina, dall’ecologia. Prodotti declinati in innumerevoli varianti, dimensioni, soluzioni tecniche che tengono conto degli spazi abitativi più disparati.
Orizzonti è un universo di elementi complementari: letti, divani letto, materassi, guanciali, piumini, cuscini, lenzuola, coordinati. Complementari non solo per funzionalità. Ogni elemento, materiale, o forma non sono mai casuali. Interagiscono tra loro per donare la miglior qualità del sonno possibile. Concorrono a formare quel tutt’uno che è il “Sistema Orizzonti”: un Made in Italy senza compromessi.
Chi lavora a questo progetto ha la passione di seguire tre principi: sartorialità, stile e benessere, perché è consapevole di dar vita ad un silenzioso compagno e a un fedele amico per un altro individuo, per un’altra famiglia. 
Chi lavora in Orizzonti chiama tutto questo: “the Art of Sleeping”.

Stanze per l’Arte: Per loro intrinseca natura le sale di un museo costituiscono uno spazio relazionale per eccellenza, dove le opere d’arte messe in esposizione si affiancano le une accanto alle altre in un continuo intreccio di nessi diversi, di tipo storico, estetico, di linguaggio. Accostamenti, affinità ma anche dissonanze, ogni spostamento crea nuove dinamiche relazionali, e quindi anche nuove chiavi di lettura che si offrono, a loro volta interagendo con il visitatore, al pubblico. Succede che, per qualche tempo, tra un allestimento e l’altro, tra una mostra e l’altra, queste sale rimangano improvvisamento vuote, modellate solo dalla luce che scorre sulle pareti bianche e il pavimento, lasciando il tempo-e lo spazio- per pensare a un nuovo progetto espositivo, per ipotizzare altre presenze che le rendano nuovamente vive e significanti. In questa magica sospensione temporale, è accaduto che queste stesse sale, per qualche giorno, si siano tramutate in stanze di dimensione più domestica, in vere stanze abitabili, trasformandosi in una sorta di museo di dimensione più intima, individuale e trasmettendo tale dimensione alla stessa fruizione dell’ opera d’arte che, presenza discreta ma determinante, veniva , a sua volta, ad abitarle. Oggetti del quotidiano, letti, divani, stoffe, tavolini, di nuova concezione e disegno, pensate per l’estetica contemporanea, hanno dunque popolato queste sale ipotizzando un uso più privato e vissuto dell’opera d’arte museale: ogni insieme significante di oggetti ha condiviso questi spazi con l’opera stessa, opera che ha instaurato relazioni visive con tali domestiche presenze, condizionandole fortemente ma anche offrendo una percezione nuova di se. È successo infatti che presenze femminili evocate dalla pittura, i loro sguardi e gesti, abbiano abitato queste nuove stanze del Museo, in modo assolutamente disinvolto e quotidiano, ma che anche cromie, geometrie, gesti e superfici pittoriche, abbiano dialogato con le forme e i colori del design più attuale, che profili e volumi statuari si siano inseriti tra questi oggetti tridimensionali, in un gioco di richiami e contrappunti. Ogni volta l’opera d’arte, scelta in particolare tra quelle nate in questo territorio artistico, testimone dell’identità culturale delle collezioni civiche pordenonesi, ha determinato lo spazio circostante modellandolo, rinnovando con la sua apparizione il valore “aggiunto” dell’Arte e della cultura al nostro vivere quotidiano. Come non ricordare del resto, il desiderio di tanti artisti di travalicare il limite circoscritto della tela, e quindi anche del Museo, tutti sconfinamenti ben rappresentati dalle scenografie e dagli abiti disegnati da Pino Casarini per l’Arena di Verona, o dai teatrini e dai mobili dipinti con piccoli animali e fiori da Luigi Zuccheri, o dalle incursioni di Bottecchia nel graphic design? L’occhio del fotografo ha poi colto e sottolineato queste relazioni ideali e spaziali tra oggetti e opere d’arte, esaltandole in calcolate angolazioni, fissando la trasformazione dello spazio museale in un continuo fluire di forme e colori, esperienza unica che ha permesso di immaginare nuove fruizioni estetiche, e ancora una volta confermando come lo spazio sia il vero respiro dell’arte. Auspichiamo che questa esperienza rinsaldi il ruolo vero del Museo contemporaneo sempre più vicino al visitatore, tanto da trasformarsi in una vera casa della bellezza, e la sala asettica e impersonale in una vera stanza abitabile, in cui sentirsi veramente “a casa”, anche all’insegna di una nuova sinergia tra patrimonio artistico e produzione e progettazione, entrambi espressione della cultura vera – e viva - di un territorio.


Conceived at the start of the 1990s, Orizzonti has never been, and never wanted to be, a mere aesthetic choice.
Every Orizzonti product contains the desire to provide a fulfilling experience. Clean, essential and rigorous lines and forms, as if to recreate the archetype of the bed. Selected threads intertwine in weaves and colours to give body to our personality. Materials that are fruit of choices inspired by science, medicine and the environment. Products offered in innumerable variations, dimensions and technical solutions that take account of the most diverse habitable spaces. Orizzonti is a universe of complementary elements: coordinated beds, sofa-beds, mattresses, pillows, duvets, cushions, and sheets. Complementary not only in their functionality. No element, material or shape is ever a casual choice. They interact with each other to provide the best quality sleep possible. They compete to produce the unified whole that is the “Orizzonti System”: an example of Italian manufacture without compromise. Those who work on this project have a passion for three principles – tailoring, style and well-being – because they know they are giving life to a silent companion, a faithful friend for another individual, for another family. Those who work at Orizzonti call all of this the “Art of Sleeping”.

Art rooms: Each room in a museum is inherently a relational space par excellence, where works of art are exhibited alongside each other in a continuous intertwining of varying relationships – historical, aesthetic, or linguistic. Juxtapositions, affinities, but also dissonances; each repositioning creates new dynamic relationships, and thus new interpretations which in turn, through interacting with the visitor, are offered to the public. Occasionally, between one installation and the next, between one exhibition and the next, these rooms suddenly remain empty, modeled only by the light that flows across their white walls and floors, leaving time – and space – to consider a new exhibition project, to imagine other elements that will give these spaces new life and significance. During one such magical suspension of time, these same rooms were briefly transmuted into rooms with more domestic dimensions – into truly habitable rooms – transforming themselves into a sort of museum with a more intimate, individual dimension and passing that quality onto the same enjoyment of the works of art that came to inhabit them discreetly but decisively. Everyday objects – beds, sofas, textiles, tables – all with a new concept and designed for contemporary aesthetics – thus occupied these rooms, assuming a more private and lived use of the museum work of art: Each significant ensemble of objects shared these spaces with the work itself, a work that established visual relationships with these domestic presences, strongly conditioning them but also offering a new perception of themselves. What happened, in fact, was that the feminine presences evoked by painting, their gazes and gestures, occupied these new museum rooms in a totally casual and everyday way, but also that tones, geometries, gestures and painted surfaces dialogued with the shapes and colours of the latest design, that statuary profiles and volumes were inserted among these three-dimensional objects, in a play of references and counterpoints. Each time, the work of art, chosen in particular from among those created in this artistic region, testimony of the cultural identity of the civic collections of Pordenone, defined the surrounding space, modeling it, renewing the “added” value of Art and culture for our daily living with its appearance. Besides, how not to remember the desire of many artists to go beyond the limits of the canvas and, consequently, the Museum itself, all violations of limits well represented by the sets and costumes designed by Pino Casarini for the Verona Arena, or by the toy theatres and furniture painted with small animals and flowers by Luigi Zuccheri, or by the incursions of Bottecchia into graphic design? The photographer’s eye has then picked up and underlined these ideal and spatial relationships between objects and works of art, exalting them with calculated angles, fixing the transformation of the museum space in a continuous flow of forms and colours creating a unique experience that permits us to imagine new aesthetic enjoyments, and once more confirming how space is the very breath of art. We hope this experience reinforces the true role of the contemporary Museum closer and closer to the visitor, enough to turn itself it into a genuine house of beauty, and the ascetic and impersonal room into a truly habitable space where one can feel truly “at home”, also marked by a new synergy between artistic heritage and production and design, each an expression of the true– and living – culture of a territory.

Scheda dati

AZIENDA
ORIZZONTI ITALIA
PAESE DI PRODUZIONE
MADE IN ITALY
DESIGNER
RENATO ZAMBERLAN
STILE
CLASSICO/MODERNO
MATERIALE
TESSUTO - ECOPELLE - TESSUTO O PELLE CLIENTE (RIVESTIMENTO SFODERABILE)
PROPRIETA'
PERSONALIZZAZIONE DELLE CUCITURE IN 16 COLORI, DA SPECIFICARE ALL'ORDINE
MISURA
160 X 200CM - 170 X 200CM - 180 X 200CM - 200 X 200CM
CONSEGNA
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